Che cosa si intende per plagio della tesi?
Non sempre è facile stabilire il plagio di una tesi, ovvero quando una sua parte è stata copiata. Si tratta di un reato perseguibile dal Codice Penale, è chiaro quindi che si debba evitare che sia presente nell’elaborato.
Se infatti un Ateneo scoprisse che un candidato ha plagiato dei contenuti può intervenire annullando la tesi ed espellendo lo studente dal corso di studi.
Per parlare di plagio deve essere presente una copiatura (intenzionale oppure involontaria) di elaborati scritti da altre persone, verso le quali si è quindi verificata una violazione della proprietà intellettuale.
Plagiare un elaborato non significa soltanto fare un semplice copia-incolla. Anche tradurre o parafrasare testi già scritti da altri, magari sostituendo sinonimi senza citare la fonte di provenienza.
Sempre più Università si avvalgono di specifici sistemi antiplagio finalizzati a identificare gli elaborati non originali e dunque copiati più o meno intenzionalmente.
Dopo aver consegnato la tesi, che spesso è il frutto di lunghi mesi di fatiche mentali e intellettuali, la scoperta di aver plagiato involontariamente altri lavori può rivelarsi un’esperienza traumatica.
Infatti in questo modo l’intero curriculum di studi del laureando viene messo a rischio, con conseguenze disastrose.
Per non correre rischi del genere è possibile rivolgersi a esperti del settore che si occupano della stesura degli elaborati controllando anche eventuali plagi.
La maggior parte degli universitari, infatti, si imbatte in simili problematiche per mancanza d’esperienza e quindi non per loro scelta.
In una tesi c’è plagio tutte le volte in cui chi l’ha compilata si è appropriato di idee o forme espressive altrui presentandole come proprie. E senza citare la fonte d’appartenenza.
In ambito di diritto d’autore questo reato è definito come l’appropriazione (tramite copiatura parziale o totale) della paternità di un elaborato realizzato da altri.
Il plagio tesi può essere di 4 diverse tipologie:
- copia-incolla del lavoro di altri;
- parafrasi di un elaborato altrui;
- presentazione di un pensiero di altri citato invece come proprio;
- collaborazione con altri, non citandone i nomi.
In caso di tesi compilative è frequente che, per gli stessi argomenti, la bibliografia faccia riferimento a fonti comuni. Per cui il rischio di plagio diventa piuttosto elevato.
Nelle tesi sperimentali il pericolo è minore, anche se può comunque succedere che due ricerche sui medesimi temi siano soggette a plagio involontario.
È sempre opportuno che il candidato scriva una tesi originale e, qualora sia costretto ad attingere da scritti di altri, citi sempre le fonti.
Una tesi è valutata come plagiata se le parti prese da altre fonti (non originali) superano il 15% del contenuto globale.
Una volta conclusa la stesura, la tesi va spedita in forma digitale all’Ateneo di riferimento. Questo, mediante un software antiplagio, ne verifica i contenuti, elaborando eventuali porzioni copiate in base a una percentuale di originalità.
Come si fa a capire se una tesi è stata copiata?
Il metodo più comunemente utilizzato per verificare se una tesi è stata copiata è quello di copiare le varie frasi incriminate e incollarle sulla stringa di ricerca di Google, cliccando poi sul tasto “cerca” per vedere se il testo è già presente in rete.
Si tratta di un sistema infallibile, tuttavia presenta un rischio. Non è possibile controllare testi molto lunghi, che richiedono pertanto il frazionamento nei singoli periodi.
Chi desidera evitare questa procedura, può utilizzare alcuni strumenti gratuiti disponibili online, tra cui il più noto è Plagiarism Checker. Permette di comprendere in un’unica schermata la fonte, i vari link da cui sono state copiate le singole frasi e la percentuale di plagio.
Quando la tesi è molto lunga, bisogna aspettare alcuni secondi perché venga sottoposta a una scansione completa. Infatti il programma la paragona a tutte le possibilità presenti su internet.
Al termine della scansione, Plagiarism-Checker riporta tutti i collegamenti da cui si può risalire ai link originali.
Il secondo sistema antiplagio è Duplichecker, il cui funzionamento è analogo a quello precedente, ma che richiede un tempo leggermente più lungo per la scansione.
Altre opzioni per evidenziare eventuali copiature degli elaborati sono Paper Rater, Plagiarisma e Copyscape. Possono essere utilizzati anche insieme, per avere una maggiore garanzia di originalità.
Come prevenire il plagio della tesi
Per prevenire l’usurpazione della proprietà intellettuale di una tesi, è necessario utilizzare un software specializzato per rilevare le parti copiate. Questa opportunità è praticamente indispensabile per evitare le conseguenze imposte dagli atenei a chi presenta una tesi copiata.
Il software dedicato è un sistema molto utilizzato dagli studenti, sopratutto per la velocità con cui opera in rete.
Una volta identificata la percentuale di copiatura, lo studente può evitare il rischio di plagio con varie modalità:
- riportare le citazioni tradotte qualora si tratti di un plagio trans-linguistico, dato che molto spesso fonti in lingua straniera possono essere soggetto di copiatura;
- effettuare una citazione generica relativa a un autore, le cui opere vengono impiegate con frequenza nella stesura di testi;
- fare una citazione indiretta. Si verifica quando un documento ne riporta un altro, innescando una sequela di copiature che prevede la citazione di fonti primarie (originali) e secondarie;
- citare fonti precedentemente utilizzate, che riportano informazioni presenti in lavori già pubblicati, sia dallo stresso candidato sia da altri;
- utilizzare citazioni di parafrasi o riformulazioni, che devono riportare la fonte originale, magari servendosi di note a piè pagina;
- avvalersi di citazioni anonime, che sono obbligatorie quando l’autore dell’opera riportata è sconosciuto, ma richiede una menzione sotto forma di “anonimo”.
In ogni tesi è obbligatorio riportare la bibliografia. Serve a consentire di conoscere i testi di riferimento e a dimostrare l’onestà dello studente, evidenziando le fonti a cui si attinge.
Per organizzare correttamente una bibliografia evitando l’accusa di plagio, è consigliabile riferirsi a software dotati di “standard di citazione”, che servono per mettere in risalto eventuali percentuali di copiatura.
Esistono strumenti gratuiti che possono aiutare il laureando nella compilazione della bibliografia, evitando il rischio di plagio.
Tra questi, vi sono Zotero, Endnote e anche Word. Questi programmi grazie a uno standard di citazione predefinito, sono in grado di creare una bibliografia con riferimenti e citazioni, evitando il plagio.
Arrivati al termine del corso di studi, i candidati che stanno per affrontare la discussione della tesi sono spesso stanchi e demoralizzati. Questo anche perché non sempre il relatore si rivela una figura di riferimento affidabile e collaborativa.
Tra i vari problemi che i laureandi devono affrontare, c’è anche quello di copiatura tesi, un rischio nella maggior parte dei casi involontario.
Per evitare tutte queste preoccupazioni, peggiorate dallo stress e dall’ansia degli studenti, può essere consigliabile rivolgersi a esperti del settore.
Se cerchi aiuto per la tua tesi, non preoccuparti! Contattaci, saremo capaci di supportarti, aiutarti nella tua organizzazione e sostenerti per abbreviare i tempi di stesura della tesi ed eliminare qualsiasi pericolo di plagio.
Grazie a un servizio del genere, si può valorizzare l’elaborato con la certezza di una resa ottimale.